LETTERA
Buongiorno, con sorpresa nel suo blog non ho trovato nessuna informazione sulla termografia. Vivo a New York dove faccio la termografia da un po’ di tempo, ma ora mi sto spostando a vivere in Italia e volevo trovare un posto dove andarla a fare, ma su Google non ho trovato nessun indirizzo e nemmeno nel suo sito. Non capisco come mai. Mi potrebbe consigliare dove andare? Io starò in Puglia ma potrò anche spostarmi. Grazie mille.
Monica Nicoletti
RISPOSTA
Ciao Monica. Hai ragione nel dire che la termografia non è stata da me trattata in precedenza. Una lacuna a cui cercherò di rimediare. Il motivo è che il metodo non è ufficialmente riconosciuto in Italia da parte della comunità medica, per cui si finisce per non parlarne nemmeno. Onestamente non so chi la pratichi in Italia.
Mai nessuno mi ha chiesto qualcosa in proposito, prima di te. Da noi si continuano a privilegiare metodi diagnostici invasivi e distruttivi come le mammografie, le colonscopie, i prelevamenti a campione, i tamponi colturali e vaginali, e i vari altri controlli dal rendimento sicuro e redditizio, mentre le cose semplici ed economiche si mettono sistematicamente in disparte.
IN QUESTA TESINA:
COS’È LA TERMOGRAFIA
COME FUNZIONA LA TERMOGRAFIA
TERMOGRAFIA O MAMMOGRAFIA?
LA MAMMOGRAFIA È SICURA?
COS’È LA TERMOGRAFIA
Trattasi di esame estremamente semplice ed assolutamente non invasivo, per cui non si usa compressione meccanica o radiazioni ionizzanti e può individuare il cancro al seno almeno 10 anni prima di una mammografia o dell’esame fisico. Questi ultimi possono individuare il cancro solo alcuni anni dopo la sua formazione, quando ha raggiunto una certa dimensione.
La termografia è un’analisi che non utilizza radiazioni, non è invasiva e può essere eseguita a domicilio. Con la termografia si ottiene un visione d’insieme del problema e si possono scoprire potenziali sviluppi negativi della malattia. Grazie ad essa si ottiene una mappa termica della parte dolente. Con una sola analisi, la funzionalità della tiroide, lo stato delle carotidi e la presenza di una potenziale patologia tumorale al seno, si possono verificare senza esporsi ai temibili raggi X. Con una analisi termografica si possono evidenziare in un colpo solo anomalie a queste parti del corpo stando a casa, senza dover fare lunghe attese. La mappatura termica del corpo permette di costruire una storia termica e vedere nel tempo l’evoluzione dell’eventuale patologia.
Almeno cinque importanti studi pubblicati fra il 1980 ed il 2003 hanno confermato che la termografia è la migliore tecnica allo stato attuale in grado di identificare con accuratezza e con molti anni di anticipo rispetto a qualsiasi altra tecnica di screening l’eventuale presenza di tumori al seno. I progressi della tecnologia all’infrarosso, combinata con un test su 300000 donne, hanno confermato che questo esame può individuare più del 98% dei tumori. Specialmente nelle donne al di sotto dei 50-55 anni, dove si riscontra la maggior parte dei decessi per cancro al seno, tecniche diagnostiche quali l’esame fisico, la mammografia, la risonanza magnetica, la tomografia ad emissione di positroni, non possono competere con l’accuratezza della termografia.
COME FUNZIONA LA TERMOGRAFIA
La termografia misura la differenza di emissione di calore all’infrarosso del tessuto del seno normale rispetto a quello di anomalie benigne, come seno fibrocistico, cisti, infezioni e tumori benigni, e rispetto a quello relativo ai casi di cancro. Sottoposto ad una fonte di calore per alcuni minuti, il tessuto canceroso, che per sua conformazione non è in grado di regolare la perdita di calore, rimane caldo o addirittura aumenta di calore, mentre gli altri tessuti perdono gradualmente temperatura. La differenza di calore viene chiaramente evidenziata dall’apparecchiatura, individuando in questo modo la sede e la dimensione del tumore.
TERMOGRAFIA O MAMMOGRAFIA?
La termografia si conosce già dagli anni ’60, eppure non è decollata in Europa e tanto meno in Italia, terra di conquista e di dominazione medica. Eppure si tratta di un controllo non distruttivo, di una tecnica non invasiva che consente di rilevare, misurare e visualizzare le diverse temperature e la loro distribuzione nel corpo.
Il tumore al seno è, tanto per fare un esempio concreto e calzante, la seconda causa di morte per cancro, dopo quello al polmone, che colpisce le donne statunitensi. Nemmeno in Italia, patria del grana, del salame, del prosciutto e del dolciume, si scherza coi dati sul cancro, visto che 11000 donne muoiono ogni anno per carcinoma mammario. La maggiore incidenza si osserva nelle donne di età compresa fra i 30 e i 50 anni.
I ministeri della salute e le istituzioni sanitarie dei vari paesi consigliano alle donne al di sopra dei 40 anni di effettuare una mammografia ogni 1 o 2 anni. La mammografia è pertanto il sistema di diagnosi più utilizzato da decenni. Ma le controversie sulla sua validità sono considerevoli.
Uno studio condotto da ricercatori danesi e pubblicato sulla rivista Lancet ha evidenziato come non ci siano delle solide evidenze che la mammografia sia in grado di diminuire la mortalità per cancro al seno e ha concluso che questo esame non sarebbe giustificato. L’obiettivo dichiarato è individuare eventuali tumori al seno nella loro fase iniziale, così da poter intervenire prima che il tumore aumenti di dimensione e si diffonda in altre parti dell’organismo. Chiaro che tale obiettivo non rientra negli schemi della Health Science innanzitutto, visto che il tumore non si risolve affatto tramite bisturi.
Oggi esistono in ogni caso altre opzioni per individuare il cancro al seno rispetto al passato.
LA MAMMOGRAFIA È SICURA?
I pericoli di questa tecnica diagnostica sono stati dimostrati da diverse ricerche indipendenti. Il dr John Gofman, fisico nucleare e medico, uno dei maggiori esperti mondiali sui rischi delle radiazioni, in una sua pubblicazione, Radiation from Medical Procedures in the Pathogenesis of Cancer and Ischemic Heart Disease, afferma che più del 50% del tasso di mortalità causata da tumore in realtà è provocato dai raggi X.
Si consideri che la prassi è di sottoporsi a quattro radiografie all’anno per ogni seno (ad ogni esame mammografico vengono eseguite due proiezioni per ciascuna mammella). Una cranio-caudale ed una obliqua mediolaterale, per cui si ottengono 4 radiografie in tutto. Questa prassi comporta un’esposizione a circa 1 rad (dose di radiazione assorbita), ovvero ad una dose di radiazione che è mille volte maggiore di una radiografia al torace. La stessa American Cancer Society segnala le radiografie al torace come alto fattore di rischio di sviluppare il cancro.
È stato dimostrato che i raggi X e altre classi di radiazioni ionizzanti sono le cause di quasi tutte le mutazioni biologiche. Nel caso queste mutazioni non siano letali per le cellule, esse durano nel tempo e si accumulano ad ogni altra e successiva esposizione ai raggi X. Senza contare che il seno delle donne in premenopausa è più sensibile alle radiazioni. Ogni rad di esposizione aumenta dell’1% il rischio cumulativo di cancro. Rischi che aumentano se gli screening vengono effettuati su donne più giovani.
Un ulteriore rischio spesso sottovalutato è dovuto al meccanismo di esecuzione dell’esame che si attua tramite una forte compressione del seno. Questo può comportare la rottura dei vasi sanguigni di un eventuale piccolo tumore ancora non diagnosticato con conseguente diffusione di cellule maligne.
DATI SPESSO FALSATI ED ANSIE INUTILI
Le false mammografie positive, molto comuni nelle donne in pre e post-menopausa sottoposte a terapia ormonale sostitutiva, possono portare ad ansie inutili, a ulteriori mammografie, a biopsie o addirittura mastectomie inutili. Anche le false mammografie negative, molto frequenti nelle donne in pre e post-menopausa, data la struttura del seno più densa, possono fornire esiti facilmente immaginabili.
L’AUTOESAME MEDIANTE PALPAZIONE DELICATA VALE PIÙ DELLA MAMMOGRAFIA
Il Canadian National Breat Screening Institute recentemente ha riportato i risultati di uno studio condotto su circa 39.000 donne in postmenopausa. Metà sono state sottoposte a mammografia e le altre ad esame mediante auto-palpazione da personale addestrato e qualificato. Gli autori dello studio hanno concluso che l’auto-esame ha la stessa efficacia della mammografia nell’individuare i piccoli tumori.
Valdo Vaccaro